Dal Senegal

Pubblicato giorno 11 Giugno 2017 - Missioni

Ciao Fiorella, grazie del documento.

Qui tutto bene. Io sto bene, Ho cominciato a lavorare in parrocchia per rimettere a posto sei statue della chiesa. E’ un lavoraccio. Con le prime due mi è andata bene perché la vernice vecchia era solida ed ho riverniciato. Le due che sto facendo è faticoso perché bisogna togliere 6 strati di vernice con la spatolina e quando sono veloce più di un cm quadrato al minuto non riesco a fare. Le ultime due non so ancora. A occhio non sono messe male ma è quando le vediamo sul banco di lavoro che posso valutarle.

Poi mi attendono nuovi lavori, però pitture (finalmente).

Naturalmente lavoro a giorni alterni perché ci sono anche altre cose da fare. Ora che abbiamo l’impianto elettrico nuovo e il fotovoltaico, i pozzi, le pompe installate e l’impianto a goccia in funzione, siamo un po’ più tranquilli e in pace. Possiamo finalmente coltivare l’orto, piantare qualche albero, irrigare i fiori e…. cominciare con un nuovo lavoro: quello della chiesa! Sarà el mal de la malta? Forse non ancora, visto che chi l’èra en disastro e la césa la serve (che qui la chiesa è proprio rovinata e la chiesa ci serve).

La fraternità cammina con qualche sforzo visto che ci sono 5 persone tanto diverse. La difficoltà culturale di cui avevo sentito parlare mi sembra sbandierata in modo esagerato sia all’interno della fraternità che fuori. Io sono io e tu sei tu, ma nel rispetto ci si intende e ci si spiega. Altre volte invece ho trovato che i valori attribuiti a una cultura come la “teranga” che significa accoglienza per i senegalesi dipende sempre dal contesto e da chi sei. Per esempio non vale al mercato o sul taxi e a volte nemmeno quando cerchi informazioni! Specialmente se sei un “tubab” cioè un bianco dalle orecchie rosse che implicitamente deve avere dei soldi.

Beh, alla fine però mi diverto.

 

Pace e bene dal Senegal fr Ivan