Casa soppressa alla fine del 2009: proprietà ora del Comune di Comano Terme
Le popolazioni delle Giudicarie, in mezzo alle quali i frati del convento di Arco si recavano di frequente per la predicazione e le confessioni, avevano da tempo il desiderio di avere più vicini i francescani, così conosciuti e benvoluti.
Un tentativo in tal senso era stato fatto nel 1649 e aveva trovato consenzienti i superiori dei frati; però ci fu una netta opposizione da parte del decano di Lomaso, don Giovanni Pantaleone Betta di Malgolo. Una decina di anni dopo sarà lo stesso decano, completamente cambiato, il più fervente ed efficace sostenitore della erezione del nuovo convento.
Con il generale consenso dei rappresentanti di quelle popolazioni, il decano manifestò il progetto al Ministro provinciale fr. Marcellino Armani, il quale, dopo i debiti permessi da parte dell’autorità dell’Ordine e della diocesi, il 26 giugno 1661 a Campo Maggiore piantò la croce sul terreno, donato da Carlo de Onorati e Giovanni Rigotti, vicino alla chiesa dedicata ai santi martiri Quirico e Giulitta.
Il 31 agosto 1664 i frati fecero il solenne ingresso nel nuovo convento.
Nel 1671 si costruì un’aggiunta alla chiesa verso nord e in essa furono collocati due altari. Vari altri lavori di rifinitura del convento furono eseguiti negli anni successivi; il muro di clausura fu terminato nel 1679 e sul lato ovest dello stesso nel 1725 furono costruiti i capitelli della Via Crucis.
Alla soppressione del 1810 il convento passò al demanio e poi fu venduto in pubblica asta alla famiglia de Prez. Fu in questo periodo che la famiglia Prati di Dasindo venne ad abitare nell’edificio del convento, avendo dovuto abbandonare la propria casa distrutta da un incendio. Qui, nel locale dell’attuale refettorio, nacque il poeta Giovanni Prati il 27 gennaio 1814.
Dopo il ritorno alla normalità, il convento non fu subito riacquistato dai frati; solo un secolo più tardi si inizieranno le pratiche per riprenderne il possesso.
Nel 1921 venne nominato curato del paese fr. Ermenegildo Bonavida, anima delle future trattative, che fu ospitato nella casa comunale. Poi, con l’appoggio del vescovo di Trento mons. Endrici e con l’aiuto della distinta famiglia milanese Rasini, nuova proprietaria di Castel Campo, e del farmacista dott. Vero Sartorelli, il 5 marzo 1924 si giunse alla firma del contratto di compra-vendita con la famiglia de Prez. Il 27 maggio seguente i frati rientrarono in forma privata nel convento finalmente riacquistato.
Dopo un paziente lavoro di ristrutturazione dell’intero edificio, nel 1926 vi fu aperto il Collegio serafico e dal 1928 al 1934 si ebbe un generale restauro della chiesa.
L’ala nuova verso il paese, edificata nel 1962, è stata venduta il 2 agosto 1978 al comune di Lomaso per il centro scolastico della zona. Il comune di Lomaso poi nel 2005 espropriava parte dell’orto per la costruzione del nuovo complesso scolastico.
Nel 2005 “il Capitolo decide di chiudere il convento e di alienare la struttura e ne demanda l’attuazione al Definitorio”.
Bibliografia:
I Frati di Campolomaso 1664-1964, Trento, pp. 63, ill.
Stenico Remo OFM, I Frati Minori a Campo Lomaso,
Trento 2005, pp. 525 ill.